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29/03/2018 La Stampa: Apple introduce l'icona privacy per rendere piu' trasparente la raccolta dei dati personali

iOS 11.3 e macOS 10.13.4 avvisano l’utente ogni volta che si condividono informazioni sensibili con l’azienda. A maggio arriveranno inoltre nuovi strumenti online per la gestione trasparente dell’Apple ID e della profilazione, in tempo per l’entrata in vigore delle nuove regole EU

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Lo scandalo che ha travolto Facebook dopo le rivelazioni su Cambridge Analytica ha riportato al centro dell’attenzione il tema della privacy e della protezione dei dati personali.

Nell’era della profilazione selvaggia, Apple fa parte di uno sparuto gruppo di aziende tecnologiche che hanno sempre rinunciato volontariamente all’uso delle informazioni degli utenti a scopo commerciale.

«Per noi la privacy e' un diritto umano, una liberta' civile», ha detto Tim Cook in un’intervista con la MSNBC che andra' in onda il prossimo 6 aprile. «Noi non traffichiamo le vite private dei nostri utenti. Non ci potremmo mai trovare nella posizione in cui si trova Zuckerberg».

Il tempismo dei commenti di Tim Cook puo' sembrare calcolato per sfruttare l’onda mediatica dello scandalo Facebook, ma al CEO e all’azienda va riconosciuta una coerenza di lunga data sul tema.

«Privacy significa che le persone sanno a cosa si stanno iscrivendo, [e gli va detto] in un linguaggio semplice, piu' e più volte», dichiarava Steve Jobs gia' nel 2010, in tempi decisamente non sospetti. «In tanti nella Silicon Valley pensano che siamo troppo all’antica su questo punto. Magari lo siamo».

Una nuova icona per la privacy

Le dichiarazioni di Cook si accompagnano ad alcune novita' di ordine pratico, in arrivo oggi con i piu' recenti aggiornamenti software per iPhone, iPad, Mac e per gli altri dispositivi della Mela. La piu' importante e' l’icona Privacy, disponibile su iOS 11.3, macOS 10.13.4 e tvOS 11.3: verra' mostrata ogni volta che il sistema operativo condivide i dati personali dell’utente con i server dell’azienda.

La si puo' trovare su App Store, ad esempio, perche' Apple mantiene uno storico delle ricerche e degli acquisti per suggerire nuovi contenuti e garantire le funzionalita' di base del servizio. Non ci sara' invece su Siri o Mappe, perche' entrambi non registrano alcun dato sensibile: tutte le informazioni sono inviate sulla nuvola in forma anonima mentre le sessioni di attivita' dell’utente sono limitate nel tempo e aggiornate piu' volte per ridurre al minimo la possibilita' di identificazione dell’utente.

L’icona verra' visualizzata soltanto nelle applicazioni ufficiali Apple e non in quelle di sviluppatori esterni, per evitare fraintendimenti e usi impropri del marchio. Come gia' avviene, le app dovranno chiedere il permesso esplicito dell’utente per accedere a qualsiasi dato sensibile (come la lista dei contatti o la posizione) nonche' per poter utilizzare funzioni critiche per la privacy come la fotocamera o il microfono.

Approfondimenti sulla privacy

All’icona Privacy e' collegata una nuova schermata in cui Apple spiega in parole semplici il significato dell’immagine. Un tasto rimanda ad un ulteriore approfondimento sul tema, per educare ancora meglio gli utenti sul tema della privacy. La nuova interfaccia sara' inoltre sempre raggiungibile dalle impostazioni del dispositivo alla voce “Privacy”.

Allo stesso scopo Apple ha aggiornato anche la pagina del proprio sito dedicata alla protezione dei dati personali. Lo ha fatto per spiegare, con gran dovizia di dettagli, che i dati sensibili servono solo per garantire il buon funzionamento de servizi cloud. Il messaggio che trapela dai lunghi testi informativi raccolti in questa sezione si puo' sintetizzare tuttavia in maniera semplice: il fatturato di Cupertino dipende dalla vendita degli iPhone, dei Mac o degli iPad, e non dalla schedatura del consumatore a fini pubblicitari.

GDPR e strumenti per la privacy

Le posizioni di Apple e le novita' dell’aggiornamento di oggi si allineano perfettamente con le indicazioni del nuovo regolamento EU sulla privacy e la protezione dei dati (GDPR) che entrera' in vigore il 25 maggio. A differenza di altri concorrenti (Facebook in testa) che hanno dovuto rivedere ampie porzioni delle proprie policy sul tema, Apple non ha dovuto fare molto per adeguarsi alla normativa. Molti dei servizi offerti dall’azienda gia' rispettano i punti cardine del regolamento in tema di sicurezza, cifratura, accesso alle informazioni e trasparenza nella gestione dei dati sensibili.

In ogni caso da inizio maggio saranno disponibili per tutti gli utenti nuovi strumenti web per la gestione capillare dei dati personali collegati ad un Apple ID. Con i nuovi tool per la privacy si potranno scaricare facilmente tutte le proprie informazioni, sapere sempre quanto e cosa sa Apple di noi, disattivare un account o cancellarlo del tutto in pochi passaggi (previa verifica dell’identita' di chi richiede la cancellazione). I nuovi strumenti saranno attivati inizialmente per gli utenti europei, ma saranno poi allargati alla comunita' globale degli utenti Apple. Con buona pace dei sostenitori dell’autoregolamentazione, la GDPR sembra destinata ad influenzare le policy aziendali anche oltre i confini dell’Unione Europea. Una prospettiva che, alla luce delle rivelazioni sulla gestione dei dati da parte del social network di XXX, appare ormai inevitabile anche ai liberisti più convinti.

«Credo che la miglior regolamentazione sia l’assenza di regolamentazioni, ovvero l’autoregolamentazione», ha chiosato XXX nell’intervista alla MSNBC. «Tuttavia [nel caso di Facebook] penso che ormai siamo andati ben oltre».

Fonte: La Stampa - Tecnologia

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