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01/01/2016 Criminalita' e scelte degli amministratori locali in tema di procedure di acquisto

CONSIP - QUADERNI - 1/2016

ABSTRACT

Il lavoro analizza il nesso esistente tra il ricorso da parte dei Comuni agli strumenti “centralizzati” per l’acquisto di beni e servizi (nello specifico, ai contratti quadro aggiudicati da Consip a livello centrale) e il contesto in cui tali amministrazioni operano.

Pur tenendo conto di un’ampia serie di fattori, istituzionali e socio-economici, che possono spingere verso un maggiore o minore ricorso ad acquisti tramite Consip, il lavoro si concentra sul legame tra tale scelta e la presenza di criminalita’ a livello locale.

Utilizzando le informazioni di un set unico di dati, l’analisi empirica mostra come vi sia una relazione non monotona tra la scelta delle amministrazioni comunali di demandare a terzi le procedure di aggiudicazione delle forniture di beni e servizi e varie misure di criminalita’.

In particolare, soltanto in corrispondenza di bassi livelli di criminalita’ un aumento dei fenomeni delittuosi accresce la frequenza con cui viene demandata a un terzo soggetto la selezione del fornitore, in connessione alla possibilita’ di limitare gli accresciuti rischi di inefficienza (passive waste) che altrimenti si configurerebbero.

Di contro, in corrispondenza di livelli elevati di criminalita’, il nesso si inverte, segnalando una crescente propensione a mantenere una gestione autonoma degli acquisti, che potrebbe essere connessa alla possibilita’ di estrarre parte delle relative rendite (active waste).

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I reati di natura economica, quelli contro la Pubblica Amministrazione (frodi, corruzione, ecc.), la presenza della criminalita’ organizzata, sono fattori che palesano la scarsa qualita’ del contesto socio-istituzionale locale e che incidono sull’operato dei pubblici funzionari, minandone l’efficienza e/o l’integrita’.

In particolare, procedure di acquisto inadeguate comportano minori benefici per i cittadini, costretti a fruire di beni e servizi inferiori (in termini di qualita’ e quantita’) rispetto al costo sostenuto per la loro disponibilita’.

In questo ambito, il ricorso a strumenti centralizzati di acquisto puo’ rappresentare un mezzo per ottenere significativi risparmi di spesa, oltre che un minore asservimento ad interessi particolari. Naturalmente, cio’ non si traduce necessariamente in una superiorita’ delle procedure centralizzate rispetto alla gestione degli acquisti pubblici a livello decentrato, che potrebbe ad esempio essere ancora auspicabile laddove la diretta e immediata conoscenza delle esigenze specifiche di una collettivita’ faccia la differenza. Ciononostante, i risultati di questo lavoro inducono a riflettere sull’esistenza di uno stretto legame tra il comportamento delle amministrazioni locali e l’intensita’ dei fenomeni delittuosi presenti nel contesto in cui esse si trovano a operare.

Le stime presentate in questo lavoro, basate sugli acquisti centralizzati operati dalle amministrazioni comunali, mostrano che, soltanto per livelli sufficientemente bassi di criminalita’, a un aumento della delittuosita’ corrisponde un maggiore ricorso alla centralizzazione. Di contro, tale nesso si attenua (fino ad invertirsi) man mano che l’incidenza della criminalita’ diviene piu’ elevata.

Anche alla luce della letteratura piu’ recente, si evidenzia quindi come la ridotta frequenza di acquisti compiuti attraverso Consip si possa in parte ricondurre a due ipotesi estreme:

  • alla scelta di amministrazioni operanti in contesti a bassa incidenza di criminalita’, che potrebbero preferire i vantaggi di una gestione locale degli acquisti, a fronte di costi (ridotti o nulli) da sostenere in termini di sprechi e inefficienza;

  • alla scelta di amministrazioni operanti in territori con una elevata incidenza di fenomeni delittuosi, in connessione con le rendite dirette che possono essere estratte attraverso il maggiore controllo sulle procedure di spesa.

Nell’insieme, l’analisi supporta dunque la necessita’ di prestare attenzione soprattutto ai processi di spesa delle amministrazioni locali operanti nei territori a maggior rischio di frode e corruzione.

Data l’esistenza di potenziali costi diretti e/o indiretti che potrebbero essere sopportati dai contesti piu’ virtuosi a seguito della estensione a tutti gli enti degli obblighi di acquisto centralizzato, potrebbero essere dunque preferibili meccanismi di tipo discriminante, basati ad esempio su vincoli di condizionalita’ sulla qualita’ delle strutture amministrative o dei controlli, oppure su clausole di restrizione da attivare in presenza di segnali preoccupanti circa la frequenza di comportamenti scorretti.

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