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Il Garante ha emanato il provvedimento n. 574 del 1° ottobre 2025, con il quale ha affrontato il tema dell’AI Act e delle Deep Fake che possono compromettere i diritti e le libertà fondamentali delle persone.
Il Regolamento (UE) 2024/1689, noto come AI Act, ha introdotto un quadro armonizzato per l’uso dell’intelligenza artificiale nell’Unione Europea e, tra i principi cardine, i considerando 133 e 134 impongono ai fornitori di sistemi di IA di integrare soluzioni tecniche che rendano riconoscibile l’origine artificiale dei contenuti generati.
In particolare:
Questo principio risponde all’esigenza di proteggere la dignità e i dati personali, specie quando i contenuti manipolati coinvolgono minori o soggetti vulnerabili.
Il Garante ha esaminato il funzionamento del sito ClothOff, un servizio di IA generativa che consente di caricare foto di persone vestite e ottenere immagini modificate in modo da rappresentarle senza indumenti o di ottenere ulteriori alterazioni dell’immagine, in base alle diverse funzionalità del servizio.
Il servizio, accessibile anche dall’Italia, si presenta come una “tecnologia avanzata di intelligenza artificiale per nudità”, capace di analizzare gli indumenti e generare risultati realistici tramite algoritmi di deep learning.
In definitiva, secondo il provvedimento, ClothOff:
Tuttavia, l’analisi del Garante ha evidenziato gravi criticità.
Dalla verifica dell’Autorità emergono numerose violazioni del Regolamento (UE) 2016/679 (GDPR):
Inoltre, la società titolare – con sede nelle Isole Vergini Britanniche – non ha risposto alla richiesta di informazioni del Garante, aggravando la posizione di responsabilità.
Con il provvedimento n. 574 del 1° ottobre 2025, il Garante ha dunque:
Tale misura ha effetto immediato e resterà valida fino al completamento dell’istruttoria, a tutela dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone coinvolte.
Il provvedimento richiama l’attenzione su un fenomeno in forte espansione: la creazione e diffusione di contenuti manipolati digitalmente che appaiono falsamente autentici.
Tra i più pericolosi, i cosiddetti deep nude, che simulano la nudità di persone reali, spesso senza il loro consenso.
Il Garante sottolinea che tali pratiche:
Il provvedimento fornisce utili spunti pratici per le pubbliche amministrazioni, i DPO e i professionisti che utilizzano o supervisionano strumenti di IA.
Ecco alcune raccomandazioni operative:
L’intervento del Garante si inserisce perfettamente nel nuovo quadro dell’AI Act, che classifica i sistemi di IA in base al rischio.
I sistemi generativi di immagini o video rientrano tra quelli ad alto rischio o, in taluni casi, tra i rischi inaccettabili, se possono produrre effetti discriminatori o lesivi.
Il provvedimento evidenzia come:
La vicenda ClothOff mostra come l’intelligenza artificiale, se non governata, possa trasformarsi in uno strumento di abuso e disinformazione.
Il Garante richiama quindi il principio di accountability: ogni titolare deve essere in grado di dimostrare di aver adottato misure adeguate e proporzionate ai rischi del trattamento.
L’etica digitale diventa così un elemento essenziale della compliance:
Il caso analizzato rappresenta un punto di svolta nell’applicazione congiunta di AI Act e GDPR.
Da esso si ricava un insegnamento chiaro:
Le organizzazioni pubbliche e private devono quindi:
Come ricorda il Garante, l’IA non deve “spogliare” la dignità umana, ma valorizzarla attraverso l’uso consapevole, responsabile e conforme alla legge.