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20/06/2025 RPCT nelle societa' a controllo pubblico: massimo due mandati
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Con il parere del 3 giugno 2025 (Fasc. 2129/2025), l’Autorità Nazionale Anticorruzione chiarisce un aspetto di rilievo per le società a controllo pubblico:

  • la durata dell’incarico del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT) non può protrarsi indefinitamente. È prevista la possibilità di un solo rinnovo.

Alla scadenza del secondo mandato triennale, la società è chiamata – per motivi di imparzialità e rotazione – a designare un nuovo soggetto.

Il caso esaminato da ANAC

“Oggetto: Richiesta di parere da parte del Presidente del CDA della società OMISSIS sulla possibilità di prorogare l’incarico di RPCT per un ulteriore triennio rispetto ai due mandati triennali già ricoperti”

L’istanza sottoposta all’Autorità riguarda una richiesta di proroga dell’incarico di RPCT oltre i sei anni complessivi già svolti. Il quesito è stato valutato alla luce dell’art. 1, comma 7, della legge 190/2012, che regola l’individuazione del responsabile, e delle indicazioni contenute nel PNA 2022 – Allegato 3 (§4).

“seppure la legge non individui la durata dell'incarico del RPCT, al fine di dare concreta effettività al principio di autonomia ed indipendenza… si precisa che:
– nel caso di esclusività della funzione di RPCT, la durata dell'incarico è opportuno non sia inferiore a tre anni e prorogabile una sola volta, in coerenza con il principio della rotazione anche dell'incarico di RPCT”

Questo significa che dopo due trienni consecutivi si dovrà procedere, salvo motivate eccezioni, alla sostituzione del responsabile.

Quando è possibile prorogare?

Nel caso analizzato, ANAC non esclude formalmente la possibilità di una seconda proroga, ma raccomanda fortemente di evitarla, soprattutto in presenza di un numero adeguato di dipendenti idonei.

“si raccomanda alla Società, laddove possibile, di conferire l’incarico di RPCT ad un nuovo soggetto… anche in considerazione del fatto che la società conta diversi dipendenti”

Se invece la società, nell’ambito della propria autonomia organizzativa, decidesse di confermare ancora il medesimo soggetto per un ulteriore mandato, allora deve motivare in modo esplicito e puntuale tale scelta. In particolare è nel provvedimento di nomina/proroga che dovrà “ chiarire le motivazioni di tale scelta”.

Come comportarsi in casi simili?

Cosa devono fare le società a controllo pubblico:

  • monitorare la durata dell’incarico del RPCT fin dal primo conferimento
  • annotare formalmente le scadenze e inserire nei PTPCT o PIAO la data di eventuale proroga
  • individuare per tempo possibili sostituti, anche in aree non dirigenziali (come ammesso da ANAC)
  • favorire la rotazione, specie se il RPCT ha ricoperto l’incarico per 6 anni consecutivi
  • formalizzare nel provvedimento ogni eccezione, con motivazioni legate a competenze, esperienze, assenza di alternative.

Ruolo del RPCT e autonomia

L’ANAC, nel ribadire l’importanza dell’incarico, sottolinea che anche nelle società in cui mancano figure dirigenziali, è possibile nominare RPCT tra i profili funzionali, purché dotati di competenze e autorevolezza:

“in caso di carenza di posizioni dirigenziali, il RPCT può essere individuato in un profilo non dirigenziale che garantisca comunque le idonee competenze…”

Inoltre, va sempre garantita la continuità nella gestione del piano e nelle misure di prevenzione:

“individuando anche forme di collaborazione fra i RPCT che si succedono, per assicurare la continuità dell’attuazione…”.

Conclusioni

Il principio è chiaro: il RPCT non è un incarico a tempo indeterminato. Per garantire effettività, indipendenza e trasparenza, occorre assicurare il ricambio periodico e motivare con rigore eventuali deroghe.

In sintesi:

  • durata ordinaria: 3 anni
  • massimo previsto: 6 anni complessivi
  • eventuali proroghe oltre il limite: da motivare nel dettaglio
    possibilità di nomina tra i non dirigenti: ammessa, purché motivata.

Questo orientamento rafforza l’idea che la prevenzione della corruzione non è mai una formalità, ma un sistema vivo che richiede visione, alternanza, responsabilità.

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