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LA MISURAZIONE DEL RISCHIO DI CORRUZIONE
Misurare il rischio di corruzione rappresenta oggi uno degli strumenti più promettenti per la prevenzione efficace dei fenomeni corruttivi, specie a livello comunale. Tuttavia, la natura sommersa, multiforme e illecita della corruzione rende questa operazione estremamente complessa. Non è solo difficile coglierne la manifestazione esplicita, ma anche individuarne i segnali deboli, i contesti favorevoli e i fattori sistemici che la alimentano.
Secondo la definizione della Banca Mondiale, adottata anche nella Relazione 2025 dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), la corruzione è “l’abuso di un pubblico potere per il beneficio privato”. In Italia, questa definizione si concretizza in un ampio spettro di condotte illecite – appalti truccati, favoritismi, utilizzo improprio di fondi pubblici – che alterano le regole della concorrenza, impoveriscono i servizi pubblici, aumentano la spesa e, soprattutto, danneggiano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
IL SISTEMA ANAC “MISURA LA CORRUZIONE”
Dal 2022, ANAC ha reso disponibile sul proprio sito istituzionale il progetto “Misura la corruzione”, che consente di monitorare il rischio attraverso un cruscotto di ben 70 indicatori, suddivisi in:
Questo sistema integrato, costruito sulla base di fonti autorevoli (BDNCP, relazioni dei RPCT, dati ISTAT, MEF, INVALSI, Ministero Interno, ecc.), rappresenta un fondamentale punto di riferimento per prevenire i fenomeni corruttivi in modo scientifico, puntuale e personalizzato.
Il cruscotto comunale: i 5 indicatori del rischio nei Comuni
Per i Comuni con almeno 15.000 abitanti, il cruscotto fornisce 5 indicatori mirati, capaci di evidenziare segnali di rischio corruttivo. Vediamoli uno per uno.
Questo indicatore:
Più alto è questo valore, maggiore è il rischio che il fenomeno “contagi” anche il Comune analizzato. Ad esempio, se nella Provincia di riferimento 40 Comuni su 100 hanno segnalato episodi di corruzione, anche il Comune analizzato, pur non avendo casi diretti, presenta un rischio elevato.
L’indicatore è importante perché la corruzione si muove in reti informali e zone di prossimità, soprattutto dove sono attive Unioni di Comuni che condividono uffici tecnici, centrali di committenza e funzionari.
Questo indicatore:
Il valore è 1 se c’è stato almeno uno scioglimento nell’anno di riferimento, 0 altrimenti.
Ad esempio, se un Comune ha subito lo scioglimento del Consiglio per infiltrazioni nel 2022, il valore sarà 1 e rappresenterà un forte segnale di degrado istituzionale e rischio corruttivo. Pur non trattandosi di corruzione in senso stretto, la presenza mafiosa è un forte catalizzatore di accordi illeciti finalizzati a gestire risorse pubbliche in modo distorto.
Questo indicatore:
Nel 2022, nei Comuni con almeno 15.000 abitanti, il valore medio dell’indicatore è stato 1,42 (cioè 1,42 gare sottosoglia per ogni gara soprasoglia); nel 21% dei Comuni questo rapporto è risultato superiore a 2.
Se non chè, un uso eccessivo degli affidamenti diretti può celare:
Questo indicatore, usato come indicatore quantitativo strutturale, si basa sul dato che :
Questo indicatore è un:
Un basso reddito pro capite è associato a maggiore vulnerabilità ai fenomeni corruttivi.
Ad esempio, in territori con basso reddito e alta disoccupazione, la corruzione può diventare “sistema di sopravvivenza”, alimentando dinamiche collusive e clientelari.
CONCLUSIONI
Le amministrazioni comunali, in particolare i Responsabili della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT), dovrebbero:
In ogni caso, la misurazione del rischio di corruzione non è una fotografia statica, ma uno strumento dinamico, che permette di:
Gli indicatori di ANAC si rivelano un alleato strategico per i Comuni, non solo per evitare le sanzioni o adempiere agli obblighi normativi, ma per costruire una cultura della legalità quotidiana, concreta e misurabile.
La direttiva ANAC al riguardo è chiara. Con riferimento alla gestione del rischio corruttivo, vale la regola che: “Se puoi misurarlo, puoi prevenirlo.”