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29/05/2025 Relazione annuale ANAC 2025: la misurazione del rischio di corruzione a livello comunale
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Nella Relazione sull’attività svolta nel 2024, l’ANAC ha dedicato il capitolo 3.7. al tema della misurazione del rischio di corruzione, esaminando le esperienze maturate e i possibili sviluppi.

LA MISURAZIONE DEL RISCHIO DI CORRUZIONE

Misurare il rischio di corruzione rappresenta oggi uno degli strumenti più promettenti per la prevenzione efficace dei fenomeni corruttivi, specie a livello comunale. Tuttavia, la natura sommersa, multiforme e illecita della corruzione rende questa operazione estremamente complessa. Non è solo difficile coglierne la manifestazione esplicita, ma anche individuarne i segnali deboli, i contesti favorevoli e i fattori sistemici che la alimentano.

Secondo la definizione della Banca Mondiale, adottata anche nella Relazione 2025 dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), la corruzione è “l’abuso di un pubblico potere per il beneficio privato”. In Italia, questa definizione si concretizza in un ampio spettro di condotte illecite – appalti truccati, favoritismi, utilizzo improprio di fondi pubblici – che alterano le regole della concorrenza, impoveriscono i servizi pubblici, aumentano la spesa e, soprattutto, danneggiano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

IL SISTEMA ANAC “MISURA LA CORRUZIONE”

Dal 2022, ANAC ha reso disponibile sul proprio sito istituzionale il progetto “Misura la corruzione”, che consente di monitorare il rischio attraverso un cruscotto di ben 70 indicatori, suddivisi in:

  • 43 indicatori di contesto, legati a fattori territoriali, istituzionali, sociali e culturali;
  • 17 indicatori relativi al rischio corruttivo negli appalti;
  • 5 indicatori specifici a livello comunale.

Questo sistema integrato, costruito sulla base di fonti autorevoli (BDNCP, relazioni dei RPCT, dati ISTAT, MEF, INVALSI, Ministero Interno, ecc.), rappresenta un fondamentale punto di riferimento per prevenire i fenomeni corruttivi in modo scientifico, puntuale e personalizzato.

Il cruscotto comunale: i 5 indicatori del rischio nei Comuni

Per i Comuni con almeno 15.000 abitanti, il cruscotto fornisce 5 indicatori mirati, capaci di evidenziare segnali di rischio corruttivo. Vediamoli uno per uno.

1. INDICATORE DI RISCHIO DI CONTAGIO

Questo indicatore:

  • misura la percentuale di Comuni della stessa Provincia che hanno registrato almeno un episodio di corruzione, secondo quanto riportato dai RPCT nelle relazioni annuali.

Più alto è questo valore, maggiore è il rischio che il fenomeno “contagi” anche il Comune analizzato. Ad esempio, se nella Provincia di riferimento 40 Comuni su 100 hanno segnalato episodi di corruzione, anche il Comune analizzato, pur non avendo casi diretti, presenta un rischio elevato.

L’indicatore è importante perché la corruzione si muove in reti informali e zone di prossimità, soprattutto dove sono attive Unioni di Comuni che condividono uffici tecnici, centrali di committenza e funzionari.

2. INDICATORE DI SCIOGLIMENTO PER MAFIA

Questo indicatore:

  • registra la presenza di scioglimenti di consigli comunali per infiltrazione mafiosa;

Il valore è 1 se c’è stato almeno uno scioglimento nell’anno di riferimento, 0 altrimenti.

Ad esempio, se un Comune ha subito lo scioglimento del Consiglio per infiltrazioni nel 2022, il valore sarà 1 e rappresenterà un forte segnale di degrado istituzionale e rischio corruttivo. Pur non trattandosi di corruzione in senso stretto, la presenza mafiosa è un forte catalizzatore di accordi illeciti finalizzati a gestire risorse pubbliche in modo distorto.

3. INDICATORE DI ADDENSAMENTO SOTTOSOGLIA

Questo indicatore:

  • calcola il rapporto tra il numero di appalti sottosoglia (affidamenti diretti) e quelli soprasoglia;
  • misura il ricorso sistematico a procedure meno trasparenti, potenzialmente indizio di frazionamenti artificiosi.

Nel 2022, nei Comuni con almeno 15.000 abitanti, il valore medio dell’indicatore è stato 1,42 (cioè 1,42 gare sottosoglia per ogni gara soprasoglia); nel 21% dei Comuni questo rapporto è risultato superiore a 2.

Se non chè, un uso eccessivo degli affidamenti diretti può celare:

  • accordi informali con fornitori abituali;
  • pratiche clientelari;
  • elusione del confronto competitivo.

4. POPOLAZIONE RESIDENTE

Questo indicatore, usato come indicatore quantitativo strutturale, si basa sul dato che :

  • più è elevato il numero di abitanti, maggiore è la complessità organizzativa e, quindi, il rischio di corruzione.

5. Reddito imponibile pro capite

Questo indicatore è un:

  • indicatore proxy del livello di benessere socioeconomico.

Un basso reddito pro capite è associato a maggiore vulnerabilità ai fenomeni corruttivi.

Ad esempio, in territori con basso reddito e alta disoccupazione, la corruzione può diventare “sistema di sopravvivenza”, alimentando dinamiche collusive e clientelari.

CONCLUSIONI

Le amministrazioni comunali, in particolare i Responsabili della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT), dovrebbero:

  • integrare i dati del cruscotto ANAC, per il proprio Comune e quelli vicini, nei PIAO, sezione “Rischi corruttivi”, adeguando le misure in base ai fattori emergenti;
  • adottare strategie preventive specifiche, come:
    • rotazione del personale nelle aree a rischio
    • formazione mirata in tema di appalti e trasparenza
    • audit interni su appalti sottosoglia
    • rafforzamento della funzione del RPCT come “presidio anticorruzione” attivo e non solo formale
  • confrontare più indicatori contemporaneamente, ad esempio:
    • contagio + sottosoglia;
    • scioglimento per mafia + reddito basso;
    • sottosoglia + alta popolazione + assenza di RPCT dedicato.

In ogni caso, la misurazione del rischio di corruzione non è una fotografia statica, ma uno strumento dinamico, che permette di:

  • anticipare le aree vulnerabili;
  • agire prima che la corruzione si manifesti;
  • impostare una gestione basata sull’evidenza;
  • integrare prevenzione, etica pubblica e responsabilità amministrativa.

Gli indicatori di ANAC si rivelano un alleato strategico per i Comuni, non solo per evitare le sanzioni o adempiere agli obblighi normativi, ma per costruire una cultura della legalità quotidiana, concreta e misurabile.

La direttiva ANAC al riguardo è chiara. Con riferimento alla gestione del rischio corruttivo, vale la regola che: “Se puoi misurarlo, puoi prevenirlo.”

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Banca dati