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05/05/0025 Urgente una modifica tempestiva della normativa sulla inconferibilita'
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L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha emesso un'importante segnalazione al Parlamento e al Governo, evidenziando la necessità urgente di modificare la normativa vigente in materia di inconferibilità degli incarichi pubblici.

La questione ruota attorno all'articolo 7 del Decreto Legislativo 8 aprile 2013, n. 39, che disciplina le situazioni di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e gli enti privati in controllo pubblico. In particolare, l'articolo 7, comma 2, prevedeva l'inconferibilità di incarichi a soggetti che, nell'anno precedente, avessero ricoperto cariche politiche locali o ruoli di vertice in enti di diritto privato controllati da province, comuni o loro forme associative.

Tuttavia, la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 98 del 5 marzo 2024, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale di alcune disposizioni del D.Lgs. n. 39/2013, ritenendo che violassero la legge delega. Com’è noto, in risposta a detta pronuncia, il legislatore ha abrogato il comma 2 dell'articolo 7 tramite l'articolo 21, comma 5-quinquies, del Decreto-Legge 27 dicembre 2024, n. 202, convertito con modificazioni dalla Legge 21 febbraio 2025, n. 15.

Segnalazione ANAC: criticità e proposte di modifica

Con l'Atto di Segnalazione n. 2 del 26 marzo 2025, approvato con Delibera n. 132, ANAC ha evidenziato le seguenti criticità derivanti dall'abrogazione del comma 2:

  • Vuoto di tutela: l'eliminazione della norma ha creato un vuoto normativo per le funzioni amministrative di livello locale, esponendole a potenziali condizionamenti esterni.
  • Disparità di trattamento: si è generata una disparità tra le amministrazioni locali e quelle regionali o nazionali, che continuano a essere soggette a restrizioni simili.
  • Rischio di conflitto d'interessi: l'assenza di limitazioni può facilitare il passaggio diretto da ruoli politici a incarichi amministrativi, compromettendo l'imparzialità dell'azione pubblica.

ANAC propone il ripristino dei divieti contemplati dal previgente comma 2, limitandone l'applicazione alle cariche in organi di indirizzo politico, e la modifica del comma 1 per eliminare, quale presupposto dell’inconferibilità, lo svolgimento di incarichi di amministratore presso enti di diritto privato in controllo pubblico.

Caso esaminato: profili operativi

Un esempio pratico riguarda un soggetto che, nell'anno precedente, ha ricoperto la carica di presidente di un ente di diritto privato in controllo pubblico da parte di un comune.

Con l'abrogazione del comma 2, tale soggetto potrebbe ora essere nominato amministratore di un ente pubblico locale, senza incorrere in alcuna inconferibilità. Sotto il profilo operativo, si configura la necessità:

  • per le amministrazioni: di valutare attentamente le nomine, considerando il rischio di conflitto d'interessi.
  • per i responsabili anticorruzione: maggiore attenzione nella predisposizione dei Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (PTPCT).

In attesa di un intervento legislativo, viene suggerito alle amministrazioni di:

  • applicare il principio di precauzione: valutare con attenzione le nomine, anche in assenza di esplicite previsioni normative;
  • valutare un aggiornamento dei PTPCT: includere misure specifiche per prevenire situazioni di conflitto d'interessi derivanti da incarichi precedenti;
  • formare il personale: sensibilizzare i dirigenti e i funzionari sui rischi connessi all'inconferibilità e all'incompatibilità degli incarichi.

Conclusioni

La normativa sull'inconferibilità deve essere chiara, coerente e applicabile a tutti i livelli dell'amministrazione pubblica, per assicurare trasparenza e integrità nell'azione amministrativa.

La segnalazione di ANAC sottolinea l'urgenza di un intervento legislativo per ripristinare un quadro normativo coerente e uniforme in materia di inconferibilità.

È fondamentale garantire l'imparzialità e il buon andamento della pubblica amministrazione, prevenendo situazioni che possano compromettere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

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