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11/07/2024 Tecnologie nella lotta alla corruzione - Area di rischio dei contratti pubblici
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Il Gruppo di Lavoro sull’Anticorruzione ha organizzato, lo scorso 27 giugno 2024, una sessione del G20 a Parigi nell’ambito dell'attuazione della risoluzione CoSP 10/9 “Promuovere la trasparenza e l'integrità negli appalti pubblici, per supportare l'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”.

La tavola rotonda sul ruolo delle tecnologie, per combattere la corruzione negli appalti, si è svolta con il contributo del Presidente Anac Avv. Busia e ha messo in luce come:

  • “un approccio incentrato sulle persone e guidato dagli obiettivi può aumentare il tasso di successo della lotta alla corruzione promuovendo l’affidabilità, la concorrenza leale, la partecipazione civica e imprenditoriale e la costruzione di un valore sociale, attraverso la voce di chi ha già sperimentato l'impatto della digitalizzazione nella prevenzione della corruzione negli appalti”.

La conclusione in esame si basa sulla considerazione che gli appalti pubblici sono, da sempre, uno strumento strategico per realizzare le politiche pubbliche, contribuendo a svolgere un ruolo di primo piano nella creazione di valore sociale ed economico. Possono dispiegare impatti, positivi o negativi, relativamente a:

  • lavoratori
  • diritti umani
  • ambiente, consumatori
  • governance aziendali.

Come emerge dal testo della relazione del Presidente, questo significa, da un lato, che quando la corruzione colpisce gli appalti pubblici crea un danno che non è solo un problema di soldi, ma anche di fiducia nelle istituzioni e di rischio per le politiche pubbliche per le quali vengono utilizzati gli appalti pubblici e per i principali valori alla base della società. Governare gli appalti pubblici significa, inoltre, guidare un cambiamento positivo e creare un’economia più inclusiva e sostenibile, incorporando considerazioni sociali nella gestione degli appalti, in termini di know-how e in termini di visione. Per gli appalti si prospetta, in futuro, secondo la valutazione di Anac, un cambio di paradigma dirompente, poiché il criterio del rapporto qualità-prezzo dovrà includere valori che riguardano le persone, il pianeta e la prosperità, tenuto conto che gli sfidanti obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 richiedono un approccio orientato alle persone e agli obiettivi.

In pratica, quando si progetta l’appalto si ha la responsabilità di riflettere su ciò che si vuole acquistare e sulla provenienza. Ad esempio, la corruzione, in senso lato, secondo le riflessioni del Presidente di Anac, può verificarsi molto prima che acquistiamo beni o servizi: si pensi allo sfruttamento di persone per l'estrazione di materie prime o, peggio ancora, alle guerre per acquisire licenze minerarie o boschi.

Sempre secondo il Presidente, per acquisire consapevolezza dei fenomeni che possono accadere lontano bisogna allargare la nostra conoscenza dei beni e dei servizi che acquistiamo. In tale prospettiva, la digitalizzazione potrebbe rivelarsi un potente strumento anche per questo obiettivo, per favorire la sostenibilità degli appalti pubblici a livello internazionale. Esiste un continuum tra Sostenibilità, Appalti pubblici e Digitalizzazione: la Digitalizzazione può fare la differenza.

In particolare, la rivoluzione digitale, le nuove tecnologie, i dati e gli strumenti ICT sono un potente alleato per la trasparenza, nonché per costruire e preservare un valore sociale condiviso, che abbraccia persone, pianeta e sostenibilità, ovvero l’uso responsabile delle risorse, a tutela delle generazioni successive.

Il machine learning e l’intelligenza artificiale (AI) possono gestire gare d’appalto pubbliche, garantendo che tutte le offerte siano valutate in modo obiettivo, così riducendo i rischi di manipolazioni umane, che possono portare a violazioni della lex specialis.

L’intelligenza artificiale (AI) consente, inoltre:

  • di automatizzare il reporting della spesa, rendendo più facile per i cittadini individuare le responsabilità dei funzionari;
  • di identificare discrepanze tra documenti o documenti fraudolenti o modifiche sospette rispetto alla legislazione o ai contratti.

Nell'ambito dell'utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale, va promossa l’apertura, la standardizzazione e l’interoperabilità tra diverse piattaforme per consentire la facile condivisione dei dati.

Ricorda, in proposito, il Presidente che la standardizzazione favorisce la semplificazione dell'intero processo di appalto e rende possibile il confronto dei dati per valutare il rapporto qualità-prezzo ed evitare la corruzione.

E’ chiaro che i dati e le tecnologie, da soli, non sono sufficienti e non devono essere considerati come una soluzione miracolosa per inaugurare la nuova era per gli appalti sostenibili.

Per costruire la prosperità collettiva è necessario l’allineamento tra gli appalti, da un lato, e, dall’altro lato, i valori dell’economia, gli stakeholder e le comunità che riceveranno le opere, i beni e i servizi acquistati con gli appalti.

In conclusione, anche in presenza della rivoluzione digitale, i veri attori del cambiamento per appalti sostenibili restano le persone, i cittadini e gli utenti, in quanto la sostenibilità non si realizza soltanto con il green e gli appalti sociali, ma anche e soprattutto con un cambio di paradigma culturale, che si sostanzia nel:

  • cambiare il profitto con la prosperità.

Si tratta di una sfida culturale e di un vero e proprio momento storico di "svolta".

Secondo l'autorità Nazionale anticorruzione, questo momento di svolta va pensato e progettato con il contributo di tutti e, in particolare, di tutte le stazioni appaltanti.

Lo straordinario cambiamento, già in atto anche per merito del nuovo Codice dei Contratti Pubblici, va pensato e progettato come una dimensione in cui le persone possono prosperare e in cui i diritti possono essere tutelati.

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