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10/02/2020 BIG DATA - Piattaforme digitali: pluralismo dell'informazione e potere di mercato
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Principali considerazioni sulla gestione dei Big Data espresse dai soggetti partecipanti - Piattaforme digitali: pluralismo dell’informazione e potere di mercato

Oggi le piattaforme informatiche svolgono un nuovo ruolo di facilitazione e di intermediazione tra cliente e venditore; questo, tuttavia, pone un problema di neutralità delle informazioni che vengono recepite dai rivenditori e che vengono utilizzate per la formazione dei prezzi. Dal punto di vista del business e del mercato si ha, pertanto, un passaggio da un modello lineare a uno stellare, con una ibridazione dei ruoli.

Il mutamento investe anche il “settore dell’informazione”, in quanto il canone dei criteri giornalistici e scientifici (funzione di gate-keeper, di critica oggettiva) paiono travolti e messi in crisi dalla rivoluzione digitale e informatica. Nel 2018 è stato rilevato che tra le 10 maggiori imprese che operano nel settore dell’informazione e dell’editoria, le prime posizioni sono occupate da soggetti come Google e Facebook, che non sono nati come società editoriali. La presenza di nuove imprese sembra garantire il massimo pluralismo informativo; tuttavia, secondo gli esperti l’aumento delle fonti e delle informazioni non coincide con la loro qualità, che spesso è bassa o inesistente come nel caso delle fake-news. Pertanto, per arginare un fenomeno di disinformazione e/o degrado della notizia è necessario individuare criteri idonei a distinguere l’informazione realmente professionale da quella che non lo è, altrimenti il rischio potrebbe essere quello di considerare qualsiasi post, notizia, immagine come fonte di informazione. Peraltro, non è raro il caso in cui una fake-news sia prodotta all’interno di un circuito editoriale “professionale”, allo scopo di generare attenzione e quindi traffico, o al fine di ottenere consenso politico o perfini economici, ovvero attirare investimenti pubblicitari grazie al traffico generato.

Il potere di mercato raggiunto da alcune grandi piattaforme (c.d. GAFA(M)-Google, Apple, Facebook, Amazone Microsoft) nella fornitura dei servizi digitali è stato segnalato in audizione come un fenomeno in grado di stravolgere radicalmente le dinamiche concorrenziali di numerosi mercati, anche di quelli dove le stesse piattaforme non sono (ancora) attive. La disponibilità di enormi volumi di dati e la loro capacità di acquisirli, elaborarli e sfruttarli amplifica la gamma dei servizi che possono essere offerti a consumatori e imprese. Nel corso delle audizioni è stato altresì evidenziato come la continua espansione e diversificazione delle attività dei grandi operatori digitali renda difficile ipotizzare una possibile erosione, nel breve termine, di alcune posizioni di dominanza. Ciò anche in considerazione dei rilevanti effetti di rete che caratterizzano talune piattaforme multi-versante e della disponibilità di informazioni dettagliate sul comportamento dei consumatori.

La rivoluzione dell’economia digitale comporta peraltro che la competizione non si svolga più all’interno di un singolo mercato, bensì anche in mercati dove gli operatori digitali non sono ancora attivi ma in cui, grazie alla disponibilità dei Big Data e alla capacità di elaborarli, potrebbero agevolmente entrare e rapidamente “dominarli”. In alcuni casi, la creazione o il rafforzamento di potere di mercato derivano da fenomeni di crescita esterna: la crescente rilevanza assunta dai Big Data in alcuni settori suggerisce di porre particolare attenzione anche alleacquisizioni di natura conglomerale.

Fonte: Rapporto 2020 AGCOM, AGCM E GARANTE sui Big Data

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