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10/02/2020 BIG DATA - Big Data nell'ecosistema digitale italiano: considerazioni del Garante per la protezione dei dati personali
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Big Data nell’ecosistema digitale italiano: considerazioni del Garante per la protezione dei dati personali

Al di là di quanto già anticipato nelle pagine precedenti con riguardo alla descrizione del fenomeno Big Data, considerazioni particolari devono essere svolte nei casi in cui le informazioni oggetto delle varie operazioni di trattamento riguardino “dati personali”, locuzione da intendersi nella lata accezione accolta, tenuto conto delle fattispecie esaminate, nonsolo dalle autorità di protezione dei dati personali, ma anche dagli orientamenti giurisprudenziali delle Corti superiori, sia della Corte di Giustizia che della Corte di Cassazione.

Rispetto a tali ipotesi, infatti, e al di là di eventuali profili di possibile sovrapposizione con le tecniche di tutela proprie di altri ambiti (anzitutto quelli preordinati alla tutela del consumatore cui i trattamenti si riferiscano o sul quale gli stessi producano comunque un effetto), la disciplina di protezione dei dati personali, anzitutto quella ora contenuta nel RGPD, è un essenziale banco di prova per chi intenda esplorare le potenzialità offerte dai Big Data (anche in ragione del rigoroso quadro sanzionatorio che caratterizza il RGPD).

L’idea –che fa capolino in letteratura e che pure è talora serpeggiata nel corso delle audizioni –secondo cui l’ultimo “scossone” tecnologico derivante dai Big Data possa rappresentare la “testa d’ariete” per far capitolare le difese apprestate dagli ordinamenti europei rispetto alla tutela dei diritti fondamentali mediante l’ombrello offerto dalle discipline di protezione dei dati personali non è condivisa dal Garante. Al contrario, proprio la circostanza che la dimensione tecnologica acquisti con i Big Data una imponente capacità di spiegare i propri effetti (non tutti e non sempre benefici) sui singoli e sulla società nel suo complesso impone, nel nostro ordinamento costituzionale, non diversamente da quello dell’Unione europea, di preservare, oggi più che mai, le garanzie nel tempo acquisite a tutela dei diritti fondamentali e da ultimo ribadite nel RGPD.

L’approfondimento effettuato grazie all’Indagine svolta, con l’ausilio di quanti sono intervenuti e dei rappresentanti delle Autorità congiuntamente coinvolte, rappresenta un punto di avvio e non un punto di arrivo della riflessione in materia, consentendo una prima messa a fuoco degli aspetti più rilevanti al fine di individuare le modalità grazie alle quali non disperdere i benefici che un uso responsabile dei Big Data è in grado di offrire.

Fonte: Rapporto 2020 AGCOM, AGCM E GARANTE sui Big Data

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