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31/12/2016 Lavoro, telemarketing, trasparenza amministrativa

Persona, diritti, innovazione

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Particolare attenzione abbiamo riservato alle garanzie per il trattamento dei dati personali nel contesto lavorativo.

Fra i tanti casi esaminati, si puo' ricordare quello di un Ente che verificava illecitamente, in forma indiscriminata, gli accessi del personale alla rete e alle e-mail, utilizzando software operanti con modalita' non percepibili dall’utente. Tali programmi - non potendo considerarsi "strumenti utilizzati (...) per rendere la prestazione lavorativa" - avrebbero dovuto determinare l’attivazione delle garanzie previste per i controlli a distanza.

E in ogni caso, si sarebbero dovute privilegiare misure graduali tali da rendere assolutamente residuali i controlli piuÃŒ€ invasivi, legittimati solo in presenza di specifiche anomalie.

Per quanto concerne il settore del telemarketing, nel 2016 le segnalazioni sono state circa 6000.

L’attivita' ispettiva dell’Autorita', svolta con l’ausilio del Nucleo speciale privacy della Guardia di finanza, che ringrazio per la consolidata essenziale collaborazione, ha messo in luce rilevanti illeciti commessi da primarie societa' di telefonia (milioni i dati trattati in violazione di legge) e si e' concretizzata in importanti provvedimenti prescrittivi e sanzionatori. Anche recentemente confermati dal giudice ordinario.

L’attivita' di accertamento in loco si e' svolta anche presso alcuni call center albanesi nella cornice del protocollo stipulato nel 2015.

In termini piu' generali, dagli elementi in corso di acquisizione, si rileva che con crescente frequenza dovra' richiedersi la collaborazione di altre autorita' di controllo, sia nel territorio dell’Unione (Romania e Bulgaria), sia al di fuori di esso (Albania e Svizzera).

Abbiamo quindi suggerito al legislatore modifiche normative tali da rafforzare le garanzie dei cittadini e contrastare, in particolare, le condotte elusive della disciplina fondata sul consenso.

Il disegno di legge di riforma di tale disciplina, all’esame del Senato, ha raccolto alcune di queste indicazioni e, ove superati gli effetti contraddittori di una norma contenuta nel d.d.l. concorrenza, potrebbe condurre verso un governo piu' efficiente del settore.

Un impegno costante e notevole ha comportato l’implementazione della disciplina della trasparenza amministrativa comprensiva, tra l’altro, dell’accesso civico generalizzato. L’assenza di motivazione delle istanze di accesso e la lacunosita' dei parametri offerti dalla legge, ai fini della valutazione delle richieste, ha reso evidente il rischio di un’applicazione della nuova disciplina, oscillante tra un’eccessiva rigidita' interpretativa e, all’opposto, una dilatazione ingiustificata della nozione di trasparenza.

A rischi del genere tentano di ovviare le indicazioni fornite con le linee guida dell’ANAC adottate - pur in un testo sicuramente perfettibile - con la nostra intesa e suscettibili di revisione dopo un anno di applicazione.

Un elemento di garanzia del sistema e' rappresentato dal parere del Garante sul ricorso o il riesame, avverso il diniego o il differimento dell’accesso per ragioni di tutela della riservatezza.

Le numerose richieste di parere, cui per legge dobbiamo rispondere entro il termine di 10 giorni sta comportando, per il personale del Garante, un impegno ai limiti della sostenibilita'.

Fonte: Garante - Discorso Presidente 2016

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